Di Ghiannis Ritsos; traduzione di Nicola Crocetti; con Angelica Zanardi; musiche originali eseguite dal vivo da Adele Madau; scena di Annamaria Cattaneo; costume di Vivian Lorca; disegno luci di Maurizio Tarantino; scultura in scena di Guy Lydster; ufficio stampa e organizzazione Monica Morleo; regia di Federico Dilirio; produzione Crexida.
È arrivata da un lungo viaggio avvolta da un drappo d’ombra protettrice. La stanza è immersa nel bianco delle tende. Persefone, conosce bene questa casa, questa stanza. Ci sono molto fiori, regalo di benvenuto delle sue amiche. Le imposte sono chiuse. La luce che filtra dalle tende vorrebbe accarezzarla, riabbracciarla, ma a lei risulta insopportabile: troppo scarto tra due mondi che la schiantano, quello da cui proviene e quello in cui è giunta. Persefone è divisa, lacerata tra due dimensioni in eterno conflitto, costretta a vivere tra lo sterile e placido mondo sotterraneo dello sposo e l’assolata e candida casa paterna. Tra i frammenti della sua esistenza divisa, sospesa tra desiderio e oblio, luce e ombra, vita e morte, Persefone si dibatte, alla ricerca di un senso, di un’identità, di una compiutezza possibile.
Debutto: 9 marzo 2005, Teatro San Martino, Bologna